Oi ne'!

capitale periferia


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Se faccio un figlio lo chiamo Precario – ebook collettivo

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Gentile Lettore,

siamo contenti di ritrovarti qui con noi. Questo secondo prodotto editoriale fa sempre parte del lavoro del collettivo culturale Oi ne’ – esperimenti provinciali. Questa volta proviamo insieme a tracciare un prima linea di narrazione su un tema particolarmente fumoso: la Precarietà.

Praticamente, dalla dimensione orale dell’iniziativa “Se faccio un figlio lo chiamo Precario” del 27 dicembre 2015 al circolo Arci Mumble Rumble di Salerno passiamo alla dimensione scritta condividendo otto testi inediti in forma diaristica che costituiscono la settimana precaria (dal lunedì al lunedì: come pedine del Monopoli, si è costretti a ripassare dal Via!).

Otto testi che cercheranno di raccontare la precarietà di chi non riesce ad immaginarsi un futuro al di là del proprio contratto a termine. Una condizione che si ripercuote sugli affetti, sulla costruzione della propria identità: sempre più insicura e incline a gesti spettacolari e estremi.

Questa seconda sfida nasce in continuità con il primo e-book “Capitale periferia” che si è trasformato in un libro vero e proprio, distribuito mano mano nel corso della serata. Abbiamo aggiunto per ogni testo una colonna sonora suggerita dal collettivo. Puoi ascoltarla, se ti va. All’interno troverai anche nuovi compagni di viaggio sotto la voce “arte intermittente” che hanno realizzato una serie di opere tematiche durante la lettura di Precario diario.

Noi non ci fermiamo qui: l’idea è continuare ad incontrarsi per sperimentare linguaggi e modi di raccontare la precarietà. Lo faremo attraverso momenti di condivisione, di dibattito e di analisi ma anche attraverso progetti narrativi più strutturati che possano includere nuove sensibilità.

Non abbiamo grandi desideri se non quello di incontrare menti che possano affiancarsi al nostro cammino e stimolare il nostro sguardo.
Con gli anni che passano abbiamo compreso una verità essenziale quanto ovvia: è nel valore delle relazioni che costruiamo, negli affetti che manteniamo in vita dentro di noi, nella capacità d’ascolto che sviluppiamo verso ciò che non conosciamo e che ci spaventa la chiave per resistere a ciò che di disumano caratterizza la nostra società.

È per questo che il nostro approccio sarà di continua sperimentazione e ricerca. Non possiamo permettere che il dialogo con il nostro spirito critico venga interrotto da spazi sempre più chiusi ed asfissianti, tempi senza un passato ed un presente, relazioni vuote di fiducia e di domande.

il collettivo Oi ne’

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